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La terapia in acqua per il mal di schiena: benefici

L’acqua è un elemento straordinario, ha molteplici effetti positivi e spesso viene utilizzata all’interno delle pratiche riabilitative ed ortopediche attraverso l’idrochinesiterapia. All’interno di una piscina o in mare il peso effettivo del nostro corpo si annulla perché non è presente la gravità. Questo fenomeno fa si che non ci sia carico sulle strutture articolari. Seguendo questo principio diminuendo il carico e riducendo lo stress, il paziente che ha mal di schiena, sarà privo di stimolazioni negative che possano peggiorare il sintomo.

 

La terapia in acqua per il mal di schiena: controindicazioni

Di recente sono stati effettuati studi sulle patologie discali che hanno evidenziato contraddizioni con le molteplici indicazioni mediche a riguardo della terapia in acqua.

Una delle cause più comuni di lombalgia è il dolore discogenico, quindi causato dal disco intervertebrale, un problema del rachide che può portare a molteplici conseguenze. Diversi studi osservazionali non danno certezza se sia più giusto lo scarico o carico del disco, ma ci danno delle risposte molto interessanti a riguardo.

Dagli studi di Andrew J Teichtahl et al. sulla relazione tra attività fisica e altezza media del disco intervertebrale,  si è visto che alcune stimolazioni avevano un effetto positivo, mentre l’assenza di esse avevano un effetto negativo. Quindi la possibilità che bassi livelli di attività fisica possano avere effetti deleteri nel mantenimento dell’integrità del disco è alta. Quest’analisi ci fa riflettere se esistano degli esercizi utili per il paziente con problematiche discali, e soprattutto quali possano portare beneficio al disco.

 

L’assenza di carico e il mal di schiena

Un’interessantissima ricerca portata avanti da Treffel Loïc et al. ha valutato le conseguenze dell’assenza di gravità per gli astronauti. Si è osservato che al loro ritorno dalla missione spaziale numerosi astronauti, avevano sviluppato una sintomatologia di mal di schiena (LBP), scoprendo che in molti era insorta anche una condizione di ernia discale. Dunque è giusto chiedersi quanto l’assenza di gravità (quindi l’assenza di stimoli alla colonna), possa aver ricoperto un ruolo chiave nella comparsa dell’ernia discale o della lombalgia.

L’assenza di carico è un fattore negativo, non bisogna consigliare al paziente di evitare il carico a tutti i costi, come camminare, stare in piedi o sfuggire dalle attività della vita quotidiana solamente perché si ha mal di schiena, invece è importante, partendo da un’attenta valutazione, comprendere la quantità di carico che può sopportare o meglio diminuire il sintomo.

 

Effetti negativi sulla schiena per assenza di gravità

Altri studi sugli astronauti hanno documentato in particolare tre fenomeni negativi legati all’assenza prolungata di gravità:

– allungamento della colonna vertebrale sull’asse longitudinale; in un contesto posturale si è riscontrato non correlato ad uno stato di benessere;
– diminuzione della lordosi lombare
– erniazione discale
– atrofia muscolare

Inoltre una volta che gli astronauti erano tornati ad una condizione di normale gravità il recupero è stato tutt’altro che veloce, necessitavano di lunghi percorsi di fisioterapia e di recupero del trofismo muscolare.

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