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Sharon

GRASSO E RITENZIONE IDRICA

Liquidi, grasso e pesantezza alle gambe

Con l’arrivo dell’estate, e quindi del caldo, non solo si assiste alla cosiddetta “prova costume”, ma si avverte una sensazione di pesantezza alle gambe che potrebbe anche provocare un certo dolore.
Questo succede perché l’aumento della temperatura dei liquidi corporei predispone ad una vasodilatazione che aumenta il loro ristagno negli spazi tra le cellule, la circolazione viene rallentata e a causa della forza di gravità i liquidi si accumulano sulle gambe. Il dolore è la conseguenza della compressione dell’edema sulle terminazioni nervose.

 

L’utilità del massaggio

Il massaggio è utile a contrastare la ritenzione idrica attraverso un’azione meccanica manuale.
Ma attenzione, il massaggio non fa dimagrire, per lo meno non direttamente.
Se si hanno grasso e ritenzione, prima si agisce attraverso i massaggi ad eliminare l’edema e contemporaneamente con dieta e attività fisica si può dimagrire.
Dopo un massaggio si ha una sensazione di benessere, di leggerezza, proprio perché si decomprime manualmente questa pressione.

Il massaggio promuove lo smaltimento dei liquidi e tossine, stimola i processi biologici e richiama una maggiore quantità di sangue e ossigeno nell’area trattata.
Il sangue e l’ossigeno vengono richiamati nelle zone più superficiali e provocano un arrossamento cutaneo visibile.
Si attivano così i processi biologici e le cellule sono costrette ad aumentare il loro metabolismo locale. Il corpo necessita in questo modo di una maggiore energia stimolata dai movimenti cellulari.
L’effetto dell’ ossigeno permette di attivare l’azione lipolitica degli acidi grassi con la conseguente diminuzione dell’adipe.

Il massaggio è quindi un importante supporto ad un programma di dimagrimento e soprattutto contribuisce alla salute del nostro corpo.
Il nostro benessere è una scelta!

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LA TERAPIA IN ACQUA PER IL MAL DI SCHIENA

La terapia in acqua per il mal di schiena: benefici

L’acqua è un elemento straordinario, ha molteplici effetti positivi e spesso viene utilizzata all’interno delle pratiche riabilitative ed ortopediche attraverso l’idrochinesiterapia. All’interno di una piscina o in mare il peso effettivo del nostro corpo si annulla perché non è presente la gravità. Questo fenomeno fa si che non ci sia carico sulle strutture articolari. Seguendo questo principio diminuendo il carico e riducendo lo stress, il paziente che ha mal di schiena, sarà privo di stimolazioni negative che possano peggiorare il sintomo.

 

La terapia in acqua per il mal di schiena: controindicazioni

Di recente sono stati effettuati studi sulle patologie discali che hanno evidenziato contraddizioni con le molteplici indicazioni mediche a riguardo della terapia in acqua.

Una delle cause più comuni di lombalgia è il dolore discogenico, quindi causato dal disco intervertebrale, un problema del rachide che può portare a molteplici conseguenze. Diversi studi osservazionali non danno certezza se sia più giusto lo scarico o carico del disco, ma ci danno delle risposte molto interessanti a riguardo.

Dagli studi di Andrew J Teichtahl et al. sulla relazione tra attività fisica e altezza media del disco intervertebrale,  si è visto che alcune stimolazioni avevano un effetto positivo, mentre l’assenza di esse avevano un effetto negativo. Quindi la possibilità che bassi livelli di attività fisica possano avere effetti deleteri nel mantenimento dell’integrità del disco è alta. Quest’analisi ci fa riflettere se esistano degli esercizi utili per il paziente con problematiche discali, e soprattutto quali possano portare beneficio al disco.

 

L’assenza di carico e il mal di schiena

Un’interessantissima ricerca portata avanti da Treffel Loïc et al. ha valutato le conseguenze dell’assenza di gravità per gli astronauti. Si è osservato che al loro ritorno dalla missione spaziale numerosi astronauti, avevano sviluppato una sintomatologia di mal di schiena (LBP), scoprendo che in molti era insorta anche una condizione di ernia discale. Dunque è giusto chiedersi quanto l’assenza di gravità (quindi l’assenza di stimoli alla colonna), possa aver ricoperto un ruolo chiave nella comparsa dell’ernia discale o della lombalgia.

L’assenza di carico è un fattore negativo, non bisogna consigliare al paziente di evitare il carico a tutti i costi, come camminare, stare in piedi o sfuggire dalle attività della vita quotidiana solamente perché si ha mal di schiena, invece è importante, partendo da un’attenta valutazione, comprendere la quantità di carico che può sopportare o meglio diminuire il sintomo.

 

Effetti negativi sulla schiena per assenza di gravità

Altri studi sugli astronauti hanno documentato in particolare tre fenomeni negativi legati all’assenza prolungata di gravità:

– allungamento della colonna vertebrale sull’asse longitudinale; in un contesto posturale si è riscontrato non correlato ad uno stato di benessere;
– diminuzione della lordosi lombare
– erniazione discale
– atrofia muscolare

Inoltre una volta che gli astronauti erano tornati ad una condizione di normale gravità il recupero è stato tutt’altro che veloce, necessitavano di lunghi percorsi di fisioterapia e di recupero del trofismo muscolare.

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LA POSTURA

LA POSTURA E’ “LA POSIZIONE DEL CORPO UMANO NELLO SPAZIO”

La postura statica e dinamica

Si possono definire due tipi di postura:

Postura Statica, ossia quella assunta ad esempio da seduti davanti ad un computer.

Postura Dinamica, un’attività dove vengono a concorrere vari fattori (neurofisiologici, biomeccanici, emotivi, psicologici e relazionali).

 

Avere quindi una corretta postura è importante non solo perché ti fa sentire meglio ma è anche salutare per i muscoli, le articolazioni, la circolazione sanguigna e per la mente.

Gli elementi utili ad analizzare  la postura sono tre:
1 spazialità : ossia il rapporto del corpo nei tre assi dello spazio
2 antigravità: ossia la posizione più corretta e con meno dispendio energetico che assume il nostro corpo sotto forza di gravità
3 equilibrio : il corpo in posizione statica e dinamica assume una posizione di equilibrio a seconda degli stimoli ambientali che riceve dall’esterno.

 

Postura e psicologia

Punto fondamentale è il rapporto tra psicologia e postura .
Il nostro linguaggio è verbale, ma anche non verbale e in riferimento a questo, la nostra postura è una  netta conseguenza di : stati emotivi, situazioni di stress, traumi  e posizioni antalgiche in presenza di dolore. Ad esempio una persona molto chiusa e introversa, magari con problematiche viscerali, presenterà sicuramente delle spalle ricurve in avanti e un’ accentuata cifosi dorsale.

 

La postura corretta ideale non esiste , ognuno di noi ha una sua postura che deve essere il più possibile idonea e funzionale sul piano statico e dinamico del movimento.
Quindi, a chi svolge  lavori molto sedentari, si consiglia di non prolungare la stessa postura per molte ore e di fare piccole pause cambiando spesso posizione per evitare di andare incontro a dolori causati, appunto, da una posizione alterata prolungata nel tempo.

 

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LO SMART WORKING E LE SUE CONSEGUENZE

Covid -19

 

10 marzo 2020, una data rimasta indelebile nella nostra memoria: il Covid -19 è entrato nelle nostre case provocando delle rilevanti ripercussioni sulla vita e le abitudini di ciascuno di noi. Un periodo di paura e incertezza mai vissuto prima, l’uomo era completamente impreparato ad affrontare una pandemia del genere.

 

Ansia e paure

Siamo stati costretti a chiuderci in casa, per evitare il diffondersi del virus, creando ansia e paura in molte persone, evitando qualsiasi contatto sociale. Si percepiva l’aria di un’apocalisse imminente. Uscire dalla propria abitazione era diventato difficile, fare la spesa creava un mix tra ansia e svago lungo quelle file infinite e comprare i beni necessari sembrava indispensabile per affrontare le giornate in casa. In qualche modo la società ha risposto, dettando sia delle regole di vita che lavorative.

 

Lo smart working

Infatti, nonostante si trattasse di una pratica già diffusa in alcune aziende, il lavoro da casa è stato parte integrante di quella fase storica. Ore e ore dentro casa a lavorare davanti al computer, senza aver avuto il tempo di trasformare la nostra casa in un ufficio. Sedie e tavoli da cucina convertiti in strumenti da lavoro perché l’uomo non può fermarsi, anche davanti alle catastrofi o in presenza di una guerra. Il nostro istinto è quello di andare avanti e la società ci spingerà sempre di più a farlo.

 

 

Malessere psicofisico

Tutto questo comporta delle sensazioni di stress enormi, la stessa pandemia da Covid -19 ci ha resi più incerti sul futuro. Ore e ore di lavoro a casa, con il pensiero fisso sul futuro, seduto su un divano o sul letto. Il tuo capo ti chiama e ti invia delle email come se non avesse mai guardato fuori dalla finestra: l’importante è il business anche di fronte a queste situazioni e il contesto diventa meno rilevante.

Dunque, come si sa, alla fine del lockdown molte persone sono rimaste afflitte da vari dolori o percezioni di malessere fisico, che hanno richiesto l’intervento di specialisti come fisioterapisti, terapisti manuali e psicologi.

 

Aspetti negativi dello smart working

I ricercatori hanno rilevato un aumento considerevole di dolori alla schiena dopo aver lavorato per giorni dentro casa. Questo può essere spiegato solamente osservando le cose con una visione della medicina e della salute globale, che considera molteplici aspetti del problema. L’essere umano è influenzato moltissimo dal contesto. Stress, paura, ansia, posizioni errate mantenute per molto tempo, mobili di casa utilizzati come postazioni di lavoro sono elementi che possono portare una persona a soffrire di uno specifico dolore, che può esacerbarsi fino a diventare debilitante.

 

Postura scorretta

Molti pazienti pensano di poter affrontare ore di lavoro con sedie che solitamente si utilizzano in sala da pranzo, rigide, piccole, con lo schienale basso e spesso non adatte al tavolo, che è troppo alto o troppo basso.

Quindi, quando si lavora da casa, diventa fondamentale tenere in considerazione l’altezza del tavolo, per trovare una posizione che non costringa il corpo a flettersi in avanti, in modo da tale da evitare stress articolari prolungati nel tempo.

 

È anche molto importante sedersi una sedia comoda e morbida, con uno schienale alto che possa fare riposare la schiena nei momenti di pausa o comunque che possa aiutare a mantenere una postura corretta, evitando l’affaticamento di altre strutture dell’apparato muscolo scheletrico.

Durante la valutazione iniziale, può capitare che i pazienti raccontino di lavorare in smart working anche seduti/sdraiati sul divano o sul letto, apparentemente comodo e piacevole, prassi molto pericolosa per la salute della schiena se protratta nel tempo.

 

Aspetti positivi dello smart working

Tuttavia è giusto anche valutare gli aspetti positivi e non solamente quelli negativi dello smart working: per esempio non affrontare il traffico, mettere la sveglia più tardi o rimanere in un ambiente confortevole. Le stesse famiglie hanno avuto la possibilità di stare più tempo insieme grazie al lavoro agile.

Ma pensiamo a cosa potrebbe succedere se il lavoro fosse completamente strutturato da casa! Le persone si alienerebbero dal sociale e le relazioni con i colleghi sarebbero più rare. Forse una via di mezzo sarebbe la scelta migliore, permetterebbe al lavoratore di organizzarsi meglio con i tempi e con i compiti da fare durante la settimana.

 

Quindi, risulta importante organizzare il lavoro da casa in maniera tale da cercare di mantenere una postura corretta, anche per evitare fastidi e dolori alla schiena ed evitare conseguenze dannose. Il corpo è fragile e dobbiamo preservarlo da tutte quelle le forze esterne, fisiche ed emotive che ledono l’equilibrio e quindi il nostro benessere.

 

Per concludere, oggi lo smart working ci fa riflettere su quello che potrà essere il lavoro del futuro, bisogna quindi comprendere e diffondere ai nostri pazienti i migliori consigli per svolgerlo nel modo più corretto, al fine di prevenire qualsiasi tipo di dolore e fastidi futuri.

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FILLER LABBRA

Filler labbra

Il Filler Labbra è una procedura di medicina estetica utilizzata per correggere gli inestetismi delle labbra e per donare loro tono e volume.Si utilizzano prodotti totalmente riassorbibili e biocompatibili a base di acido ialuronico, con diversi livelli di reticolazione (cross-linked) in relazione al singolo caso trattato, che vengono iniettati mediante aghi molto sottili. Il dolore è modesto, controllato in maniera eccellente utilizzando solo la crema anestetica.

 

Trattamento riempitivo

Con questa procedura si è in grado di aumentare in maniera totalmente sicura il volume delle labbra ed appianare le piccole rughe perilabiali, poiché l’acido ialuronico esercita quella che viene definita un’azione riempitiva (il termine “filler” significa proprio “riempitivo”). Con questa procedura si è in grado di rimodellare anche il contorno del prolabio, donando una maggiore definizione alle labbra.

 

 

Trattamento rapido

L’acido ialuronico è una molecola fortemente idrofila, quindi capace di conferisce al labbro un’idratazione profonda e duratura, migliorando anche la qualità dei tessuti.
Si tratta di un procedimento non invasivo, quindi le normali attività possono essere riprese immediatamente dopo il trattamento (il cosiddetto trattamento della “pausa pranzo”).

L’obiettivo per il chirurgo plastico è sempre uno: perfezionare, e non stravolgere, i lineamenti del volto con naturalezza ed armonia.

Durata trattamento: 15 minuti.
Ripresa: immediata
Durata risultato: 1 anno

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RINOFILLER

Rinofiller

Il Rinofiller o Rinoplastica non chirurgica, è una procedura di medicina estetica che permette di modellare il profilo nasale senza ricorrere all’intervento chirurgico di rinoplastica, ma utilizzando unicamente acido ialuronico.

 

Trattasi di una procedura indolore, sicura e con un risultato molto duraturo.
È indicato per il miglioramento di difetti da lievi a moderati della piramide nasale, in particolare sia per il rimodellamento e l’innalzamento della punta del naso che per la correzione di gibbi del dorso.

 

 

 

Il rinofiller rappresenta una metodica minimamente invasiva, che consente di tornare alle proprie attività quotidiane immediatamente dopo la procedura, senza lasciare segni né lividi.

Durata trattamento: 15 minuti.
Ripresa: immediata
Durata risultato: 1 anno

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FISIOTERAPIA E TERAPIA MANUALE

La terapia manuale 

La fisioterapia prevede due differenti trattamenti: manuale o strumentale.

La terapia manuale è una tecnica utilizzata da un professionista specializzato e non da chiunque. Spesso  il termine “terapia manuale” viene  utilizzato impropriamente. Oggi la fisioterapia mondiale ha connotato bene questa definizione all’interno delle specializzazioni, creando una nuova figura nel campo della riabilitazione. Esiste un’organizzazione internazionale che definisce delle linee guida chiare e precise, con lo scopo di aiutare il paziente a risolvere dei problemi che fino ad oggi sono stati curati con macchinari o farmaci, senza capirne veramente la causa.

La fisioterapia, come tutta la medicina, ha il dovere di migliorarsi continuamente, aggiornarsi e mettere in discussione quello che prima era assoluto, permettendo al professionista di avere molti più strumenti e ampliando il proprio ventaglio di scelte terapeutiche.

Il terapista manuale

L’IFOMT (international federation of orthopaedic manipulative physical therapists) è l’organizzazione che regola e chiarisce quali siano i compiti che devono svolgere le università per accreditare il titolo di terapista manuale OMT. Quindi la terapia manuale è svolta da una professionista che, oltre ad un percorso universitario ha svolto un master e ottenuto l’abilitazione di “terapista manuale”.
I terapisti manuali sono stati istruiti a valutare il paziente in maniera globale, quindi mirare alla comprensione degli aspetti bio-psico-sociali della persona.

Valutazione del paziente

Per il terapista manuale, il quadro clinico del paziente prende in considerazione sentimenti e passioni che possono influenzare lo stato di salute. Dunque, usa una metodologia capace di riconoscere e raccogliere dati clinici  attraverso un ragionamento rigoroso e basato sulle evidenze scientifiche. L’ obiettivo è raggiungere soluzioni terapeutiche di alto livello e una maggior appropriatezza clinica. 

 

Tecniche manuali

In seguito alla raccolta dei dati clinici ottenuti, il terapista può elaborare delle ipotesi, attuando una serie di strategie di intervento che applichino quelle che sono le “tecniche manuali”: MASSOTERAPIA, LINFODRENAGGIO ESTETICO, GINNASTICA POSTURALE MEZIERES, GINNASTICA POSTURALE SOUCHARD, KINESIO, TAPING, PILATES, YOGA, LINFODRENAGGIO TERAPEUTICO, BENDAGGIO FUNZIONALE, CHINESITERAPIA, REIKI, PREPARAZIONE ATLETICA. Attraverso delle mobilizzazioni, delle manipolazioni o anche attraverso l’esercizio fisico specifico, il terpista manuale gestisce il problema che affligge la persona.

Nella complessità della medicina e del corpo umano, la figura del terapista manuale è in grado di sviluppare un processo decisionale, in seguito ad un’attenta valutazione personale che altre figure non attuano.

La terapia manuale ha il compito di acquisire una visione professionale del problema e soprattutto univoca. Il terapista manuale ha delle linee guida molto serie, che devono portare a valutare in maniera responsabile il paziente e il problema che lo affligge. Deve ricercare e trovare un metodo che lo possa aiutare a lungo termine, nella maniera più naturale possibile . Ha l’obiettivo di risolvere il problema e non solamente di ridurre il sintomo.

Se la medicina avesse come obiettivo l’ascolto e la comprensione di quali siano i veri bisogni dei pazienti, sarebbe più semplice trovare la cura ed aiutare le persone nel loro insieme.

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RINGIOVANIMENTO DEL VOLTO

Ringiovanimento del volto e dello sguardo

Quante volte capita di guardarci allo specchio e sentirci stanchi, spenti ed appesantiti nello sguardo. Bene oggi ci sono diverse tecniche per rinfrescare il viso e lo sguardo, vediamole bene in dettaglio.
Prima di tutto bisogna distinguere tra tecniche di medicina estetica, semplici, veloci, chiamate anche trattamenti della pausa pranzo, e tecniche di chirurgia estetica, più impegnative sia per il paziente che per il chirurgo, ma più efficaci a lungo termine. Il ringiovanimento del volto e dello sguardo

Il Botox

Ringiovanimento dello sguardoIl Botox è il trattamento principe di medicina estetica per il ringiovanimento dello sguardo e di tutto il terzo superiore del viso (fronte, regione glabellare, zampe di gallina, etc.).
Il botox è una di quelle procedure che ha totalmente rivoluzionato il campo della medicina estetica. La tossina botulinica è una neurotossina prodotta da un batterio Gram+, il Clostridium botulinum, che agisce inibendo il rilascio dell’acetilcolina, un neurotrasmettitore responsabile della contrazione muscolare.  Secondo l’American Society of Plastic Surgeons (ASPS) è il trattamento di medicina estetica più praticato in assoluto. Consente di distendere la regione della fronte, glabellare e del contorno occhi (le cosiddette “zampe di gallina”), conferendo al viso un aspetto più disteso e giovanile. Tale trattamento può essere eseguito anche come prevenzione in pazienti giovani prima della comparsa dei segni dell’invecchiamento, come prevenzione per la formazione delle rughe di espressione.

Durata procedura: 10 minuti.
Recupero: immediato
Durata effetto: circa 6 mesi

La Biorivitalizzazione

La Biorivitalizzazione per il ringiovanimento del voltoLa biorivitalizzazione o biostimolazione, invece, è un vero e proprio “filtro di instagram” per la tua pelle!Si tratta di un trattamento di medicina estetica antiaging, in grado di tonificare il derma profondo, ridonare luminosità al viso e di spianare le rughe di espressione della bocca, della regione glabellare e di ridurre le occhiaie.

Questo innovativo trattamento di medicina estetica non invasivo consiste nella iniezione di una serie di farmaci bio-stimolanti, (come l’acido ialuronico non cross-linked), sali minerali e vitamine (A, B3, B5 B6, B12, C, E) allo scopo di favorire la sintesi del collagene e di idratare in profondità la pelle, ripristinandone l’equilibrio naturale e garantendo al viso un aspetto fresco e giovanile.È considerato quindi un vero e proprio lifting non chirurgico che restituisce elasticità e tono ai tessuti cutanei.

Durata procedura: 10 minuti.
Recupero: immediato
Protocollo di trattamento: cambia con il prodotto utilizzato (da 1 ogni 2-3 settimane a 1 ogni 6 mesi)

La Blefaroplastica

La Blefaroplastica per il ringiovanimento del voltoPassiamo ora alla chirurgia estetica con il trattamento chirurgico gold standard per il rinfrescamento dello sguardo: la blefaroplastica

La blefaroplastica è un trattamento di chirurgia estetica che consente di eliminare le fastidiose borse di pelle che appesantiscono la palpebra superiore (blefaroplastica superiore) o le rughe della palpebra inferiore (blefaroplastica inferiore). In particolare, con la blefaroplastica superiore si elimina la pelle in eccesso che spinge verso il basso la palpebra superiore, donando al viso uno sguardo più aperto, rilassato e meno stanco. Si potrà ottenere, inoltre, un innalzamento del canto esterno dell’occhio (cantopessi) con un effetto simile al lifting del sopracciglio. La cicatrice si posizionerà all’interno della piega palpebrale diventando praticamente invisibile.

Durata procedura: 1 ora.
Recupero: 5-7 giorni

L’ OBIETTIVO E’ SEMPRE QUELLO DI PERFEZIONARE, E NON STRAVOLGERE, I PROPRI LINEAMENTI CON NATURALEZZA E ARMONIA

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I BENEFICI DEL PILATES

Il pilates è sicuramente benefico per le persone sedentarie e per diverse patologie. E’ una disciplina che si prende cura di tutto il corpo, è un allenamento adatto a qualsiasi tipo di persona anche per chi soffre di artrosi. Per godere di tali benefici è necessario che le lezioni di pilates, matwork o con reformer, siano svolte con costanza.

 

 

I benefici del pilates

Seguire costantemente le lezioni di pilates, organizzate da professionisti competenti, porterà ad ottimi benefici perché:

  • RINFORZA e DEFINISCE la MUSCOLATURA in particolare quella del core
  • MIGLIORA la tua POSTURA contrastando il mal di schiena
  • AUMENTA la FORZA
  • Migliora il CONTROLLO e la COORDINAZIONE  del movimento
  • MIGLIORA la FLESSIBILITÀ E MOBILITÀ della colonna

 

Nessuna controindicazione

ll pilates non ha controindicazioni per alcuna patologia e in particolare modo è un ottimo alleato per tutte le patologie a carico della colonna come lombalgia, protrusioni ed ernie discali. Per queste patologie è fondamentale il rinforzo della muscolatura del core (addominali, obliqui e lombari), dei paravertebrali e dei glutei. Nella disciplina del pilates, sono proprio alla base il rinforzo di questi muscoli che contribuiscono ad alleviare dolori alla schiena.

 

I risultati 

Ogni lezione di Pilates aiuterà a :

– TONIFICARE  LA MUSCOLATURA PROFONDA cioè muscoli della schiena e addominali profondi ( retto e trasverso dell’ addome) che sono responsabili di una corretta postura
– RINFORZARE  LA MUSCOLATURA SUPERFICIALE DI ADDOME       GAMBE E GLUTEI e BRACCIA
– RINFOIRZARE, quindi, il BUSTINO NATURALE che protegge la tua zona lombare
– ALLINEARE LA COLONNA VERTEBRALE lavorando in allungamento assiale
– ALLUNGARE LA MUSCOLATURA POSTERIORE che eviterà schiacciamenti ai dischi intervertebrali.

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INTERVENTI ESTETICI

Il dibattito sulla chirurgia estetica è da sempre molto accesso. Spesso gli interventi estetici poco naturali o eseguiti senza la giusta attenzione per la fisicità del paziente, inducono a risultati che appaiono eccessivi o tendono a sfociare nella volgarità. Contro gli “eccessi” si schierano alcuni professionisti che, da sempre, consigliano di affidare questi particolari interventi unicamente a specialisti in chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica. Sempre valida la regola, dunque, di farsi guidare da chi si è formato attraverso un lungo percorso professionale e formativo; ma anche ascoltare sempre i consigli dei professionisti, facendosi guidare verso un risultato che appaia il più naturale possibile.

La riflessione riguardo gli eccessi della chirurgia estetica è portata avanti da diversi professionisti del settore.

Il dottor Gennaro D’Orsi

Gennaro D'Orsi. Estetica, l'importanza di un intervento a misura di paziente

Gennaro D’orsi, Medico-Chirurgo

l dottor Gennaro D’Orsi  specializzato in Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica, con una predilezione nella chirurgia estetica della mammella, il dottore opera attualmente sia a Roma sia a Pozzuoli (Napoli) e si interessa, in particolare, di informare correttamente i propri pazienti sul corretto impiego della chirurgia estetica.

 

 

 

 

Lo specialista deve saper guidare verso un lavoro naturale e adatto alla persona

Sono molto frequenti, a tal proposito, i casi in cui i pazienti si presentano davanti al professionista con richieste eccessive, irrealistiche o irrealizzabili. Il compito dello specialista, in questo caso, sta nell’ascoltare le richieste di chi si trova di fronte, lasciando spazio a eventuali dubbi e necessità, per poi però indirizzare l’interlocutore verso la scelta più corretta e opportuna per la propria persona.

 

 

Sostegno psicologico

Particolare attenzione, inoltre, va riservata a quei pazienti che ricadono in specifici spettri psicologici di disturbo ossessivo compulsivo, come per esempio chi soffre di “dismorfofobia”. Il disturbo, in questo particolare caso, si presenta come una preoccupazione eccessiva nei confronti di difetti fisici talvolta immaginari o comunque di entità nettamente inferiore a quanto evidenziato dal paziente. Il focus della patologia in questo caso è proprio legato all’apparenza estetica e, spesso, è caratterizzato da pensieri intrusivi che provocano disagio legati a uno o più difetti fisici. In questi particolari casi, il consiglio del dottor D’Orsi è quello di affrontare, dapprima, una terapia di taglio psicologico, cercando di supportare il paziente attraverso un trattamento attento e delicato.

 

Interventi estetici naturali

Al di là delle più particolari distorsioni psichiche il dottor D’Orsi cerca, nel suo lavoro, di mettere in luce anche quelli che possono essere i risultati terribili di una scorretta chirurgia estetico o plastica. I cosiddetti risultati “monster” della chirurgia si devono contrapporre, invece, agli interventi di stampo naturale, più armonico. Il risultato della chirurgia estetica, infatti, non deve mai essere notato e mai risultare visivamente riconoscibile. L’approccio di tanti professionisti, tra cui il dottor Gennaro D’Orsi, è dunque quello di non accettare mai delle richieste esagerate cercando, invece, di indirizzare il paziente verso la scelta più adatta alla propria fisicità.

 

Ricostruzione della mammella

Particolare riflessione, in questa sede, è poi da attribuire alla ricostruzione della mammella. Un risultato eccessivamente innaturale, infatti, con per esempio un livello superiore del petto troppo pieno restituisce un effetto estremamente innaturale. La mastoplastica additiva, invece, deve essere realizzata in maniera quasi “sartoriale”, rispettando la fisicità del paziente e scegliendo la tecnica più adatta, di volta in volta, al singolo caso. L’eccesso chirurgico non può mai essere la scelta, ogni procedura deve sempre essere diversa, adattata al singolo paziente e indirizzata a un risultato elegante e armonico.

 

Mettere in evidenza le diverse possibilità

Un ultimo focus, secondo il dottor Gennaro D’Orsi, è poi da dedicare alla differenza tra la medicina e la chirurgia estetica. Di frequente, infatti, capita che i pazienti chiedano quale delle diverse modalità di intervento è meglio scegliere senza però conoscere davvero a fondo i due approcci. Non esiste, infatti, una modalità preferibile rispetto a un’altra ma, piuttosto, è bene informare i pazienti riguardo i limiti e i pregi di entrambe le discipline.

 

 

Medicina estetica e chirurgia estetica

La medicina estetica, se eseguita con rigoroso approccio scientifico, può dare risultati estremamente soddisfacenti ma al contrario, superando i limiti, il rischio è di sfociare in risultati innaturali dettati da un inasprimento della procedura. Dopo questo livello, è compito del professionista indirizzare il paziente alla chirurgia nel momento in cui la medicina non riesce più a fornire i risultati desiderati. Di norma, si tende a iniziare con interventi di medicina estetica, come ringiovanimenti della pelle con punturine o filler, per poi passare – dopo aver fatto prendere confidenza al paziente dei cambiamenti nel proprio corpo – alla chirurgia.

Gli interventi chirurgici sono di norma più complessi, rispetto alla medicina, e offrono risultati più decisivi e duraturi nel tempo. In conclusione, il consiglio del dottor Gennaro D’Orsi è quello di affidarsi a figure professionali altamente specializzate, capaci di guidare il risultato dell’intervento verso l’effetto più adatto alla fisicità della persona che vi si sottopone.