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Benessere

GRASSO E RITENZIONE IDRICA

Liquidi, grasso e pesantezza alle gambe

Con l’arrivo dell’estate, e quindi del caldo, non solo si assiste alla cosiddetta “prova costume”, ma si avverte una sensazione di pesantezza alle gambe che potrebbe anche provocare un certo dolore.
Questo succede perché l’aumento della temperatura dei liquidi corporei predispone ad una vasodilatazione che aumenta il loro ristagno negli spazi tra le cellule, la circolazione viene rallentata e a causa della forza di gravità i liquidi si accumulano sulle gambe. Il dolore è la conseguenza della compressione dell’edema sulle terminazioni nervose.

 

L’utilità del massaggio

Il massaggio è utile a contrastare la ritenzione idrica attraverso un’azione meccanica manuale.
Ma attenzione, il massaggio non fa dimagrire, per lo meno non direttamente.
Se si hanno grasso e ritenzione, prima si agisce attraverso i massaggi ad eliminare l’edema e contemporaneamente con dieta e attività fisica si può dimagrire.
Dopo un massaggio si ha una sensazione di benessere, di leggerezza, proprio perché si decomprime manualmente questa pressione.

Il massaggio promuove lo smaltimento dei liquidi e tossine, stimola i processi biologici e richiama una maggiore quantità di sangue e ossigeno nell’area trattata.
Il sangue e l’ossigeno vengono richiamati nelle zone più superficiali e provocano un arrossamento cutaneo visibile.
Si attivano così i processi biologici e le cellule sono costrette ad aumentare il loro metabolismo locale. Il corpo necessita in questo modo di una maggiore energia stimolata dai movimenti cellulari.
L’effetto dell’ ossigeno permette di attivare l’azione lipolitica degli acidi grassi con la conseguente diminuzione dell’adipe.

Il massaggio è quindi un importante supporto ad un programma di dimagrimento e soprattutto contribuisce alla salute del nostro corpo.
Il nostro benessere è una scelta!

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LA TERAPIA IN ACQUA PER IL MAL DI SCHIENA

La terapia in acqua per il mal di schiena: benefici

L’acqua è un elemento straordinario, ha molteplici effetti positivi e spesso viene utilizzata all’interno delle pratiche riabilitative ed ortopediche attraverso l’idrochinesiterapia. All’interno di una piscina o in mare il peso effettivo del nostro corpo si annulla perché non è presente la gravità. Questo fenomeno fa si che non ci sia carico sulle strutture articolari. Seguendo questo principio diminuendo il carico e riducendo lo stress, il paziente che ha mal di schiena, sarà privo di stimolazioni negative che possano peggiorare il sintomo.

 

La terapia in acqua per il mal di schiena: controindicazioni

Di recente sono stati effettuati studi sulle patologie discali che hanno evidenziato contraddizioni con le molteplici indicazioni mediche a riguardo della terapia in acqua.

Una delle cause più comuni di lombalgia è il dolore discogenico, quindi causato dal disco intervertebrale, un problema del rachide che può portare a molteplici conseguenze. Diversi studi osservazionali non danno certezza se sia più giusto lo scarico o carico del disco, ma ci danno delle risposte molto interessanti a riguardo.

Dagli studi di Andrew J Teichtahl et al. sulla relazione tra attività fisica e altezza media del disco intervertebrale,  si è visto che alcune stimolazioni avevano un effetto positivo, mentre l’assenza di esse avevano un effetto negativo. Quindi la possibilità che bassi livelli di attività fisica possano avere effetti deleteri nel mantenimento dell’integrità del disco è alta. Quest’analisi ci fa riflettere se esistano degli esercizi utili per il paziente con problematiche discali, e soprattutto quali possano portare beneficio al disco.

 

L’assenza di carico e il mal di schiena

Un’interessantissima ricerca portata avanti da Treffel Loïc et al. ha valutato le conseguenze dell’assenza di gravità per gli astronauti. Si è osservato che al loro ritorno dalla missione spaziale numerosi astronauti, avevano sviluppato una sintomatologia di mal di schiena (LBP), scoprendo che in molti era insorta anche una condizione di ernia discale. Dunque è giusto chiedersi quanto l’assenza di gravità (quindi l’assenza di stimoli alla colonna), possa aver ricoperto un ruolo chiave nella comparsa dell’ernia discale o della lombalgia.

L’assenza di carico è un fattore negativo, non bisogna consigliare al paziente di evitare il carico a tutti i costi, come camminare, stare in piedi o sfuggire dalle attività della vita quotidiana solamente perché si ha mal di schiena, invece è importante, partendo da un’attenta valutazione, comprendere la quantità di carico che può sopportare o meglio diminuire il sintomo.

 

Effetti negativi sulla schiena per assenza di gravità

Altri studi sugli astronauti hanno documentato in particolare tre fenomeni negativi legati all’assenza prolungata di gravità:

– allungamento della colonna vertebrale sull’asse longitudinale; in un contesto posturale si è riscontrato non correlato ad uno stato di benessere;
– diminuzione della lordosi lombare
– erniazione discale
– atrofia muscolare

Inoltre una volta che gli astronauti erano tornati ad una condizione di normale gravità il recupero è stato tutt’altro che veloce, necessitavano di lunghi percorsi di fisioterapia e di recupero del trofismo muscolare.

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LA POSTURA

LA POSTURA E’ “LA POSIZIONE DEL CORPO UMANO NELLO SPAZIO”

La postura statica e dinamica

Si possono definire due tipi di postura:

Postura Statica, ossia quella assunta ad esempio da seduti davanti ad un computer.

Postura Dinamica, un’attività dove vengono a concorrere vari fattori (neurofisiologici, biomeccanici, emotivi, psicologici e relazionali).

 

Avere quindi una corretta postura è importante non solo perché ti fa sentire meglio ma è anche salutare per i muscoli, le articolazioni, la circolazione sanguigna e per la mente.

Gli elementi utili ad analizzare  la postura sono tre:
1 spazialità : ossia il rapporto del corpo nei tre assi dello spazio
2 antigravità: ossia la posizione più corretta e con meno dispendio energetico che assume il nostro corpo sotto forza di gravità
3 equilibrio : il corpo in posizione statica e dinamica assume una posizione di equilibrio a seconda degli stimoli ambientali che riceve dall’esterno.

 

Postura e psicologia

Punto fondamentale è il rapporto tra psicologia e postura .
Il nostro linguaggio è verbale, ma anche non verbale e in riferimento a questo, la nostra postura è una  netta conseguenza di : stati emotivi, situazioni di stress, traumi  e posizioni antalgiche in presenza di dolore. Ad esempio una persona molto chiusa e introversa, magari con problematiche viscerali, presenterà sicuramente delle spalle ricurve in avanti e un’ accentuata cifosi dorsale.

 

La postura corretta ideale non esiste , ognuno di noi ha una sua postura che deve essere il più possibile idonea e funzionale sul piano statico e dinamico del movimento.
Quindi, a chi svolge  lavori molto sedentari, si consiglia di non prolungare la stessa postura per molte ore e di fare piccole pause cambiando spesso posizione per evitare di andare incontro a dolori causati, appunto, da una posizione alterata prolungata nel tempo.

 

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LO SMART WORKING E LE SUE CONSEGUENZE

Covid -19

 

10 marzo 2020, una data rimasta indelebile nella nostra memoria: il Covid -19 è entrato nelle nostre case provocando delle rilevanti ripercussioni sulla vita e le abitudini di ciascuno di noi. Un periodo di paura e incertezza mai vissuto prima, l’uomo era completamente impreparato ad affrontare una pandemia del genere.

 

Ansia e paure

Siamo stati costretti a chiuderci in casa, per evitare il diffondersi del virus, creando ansia e paura in molte persone, evitando qualsiasi contatto sociale. Si percepiva l’aria di un’apocalisse imminente. Uscire dalla propria abitazione era diventato difficile, fare la spesa creava un mix tra ansia e svago lungo quelle file infinite e comprare i beni necessari sembrava indispensabile per affrontare le giornate in casa. In qualche modo la società ha risposto, dettando sia delle regole di vita che lavorative.

 

Lo smart working

Infatti, nonostante si trattasse di una pratica già diffusa in alcune aziende, il lavoro da casa è stato parte integrante di quella fase storica. Ore e ore dentro casa a lavorare davanti al computer, senza aver avuto il tempo di trasformare la nostra casa in un ufficio. Sedie e tavoli da cucina convertiti in strumenti da lavoro perché l’uomo non può fermarsi, anche davanti alle catastrofi o in presenza di una guerra. Il nostro istinto è quello di andare avanti e la società ci spingerà sempre di più a farlo.

 

 

Malessere psicofisico

Tutto questo comporta delle sensazioni di stress enormi, la stessa pandemia da Covid -19 ci ha resi più incerti sul futuro. Ore e ore di lavoro a casa, con il pensiero fisso sul futuro, seduto su un divano o sul letto. Il tuo capo ti chiama e ti invia delle email come se non avesse mai guardato fuori dalla finestra: l’importante è il business anche di fronte a queste situazioni e il contesto diventa meno rilevante.

Dunque, come si sa, alla fine del lockdown molte persone sono rimaste afflitte da vari dolori o percezioni di malessere fisico, che hanno richiesto l’intervento di specialisti come fisioterapisti, terapisti manuali e psicologi.

 

Aspetti negativi dello smart working

I ricercatori hanno rilevato un aumento considerevole di dolori alla schiena dopo aver lavorato per giorni dentro casa. Questo può essere spiegato solamente osservando le cose con una visione della medicina e della salute globale, che considera molteplici aspetti del problema. L’essere umano è influenzato moltissimo dal contesto. Stress, paura, ansia, posizioni errate mantenute per molto tempo, mobili di casa utilizzati come postazioni di lavoro sono elementi che possono portare una persona a soffrire di uno specifico dolore, che può esacerbarsi fino a diventare debilitante.

 

Postura scorretta

Molti pazienti pensano di poter affrontare ore di lavoro con sedie che solitamente si utilizzano in sala da pranzo, rigide, piccole, con lo schienale basso e spesso non adatte al tavolo, che è troppo alto o troppo basso.

Quindi, quando si lavora da casa, diventa fondamentale tenere in considerazione l’altezza del tavolo, per trovare una posizione che non costringa il corpo a flettersi in avanti, in modo da tale da evitare stress articolari prolungati nel tempo.

 

È anche molto importante sedersi una sedia comoda e morbida, con uno schienale alto che possa fare riposare la schiena nei momenti di pausa o comunque che possa aiutare a mantenere una postura corretta, evitando l’affaticamento di altre strutture dell’apparato muscolo scheletrico.

Durante la valutazione iniziale, può capitare che i pazienti raccontino di lavorare in smart working anche seduti/sdraiati sul divano o sul letto, apparentemente comodo e piacevole, prassi molto pericolosa per la salute della schiena se protratta nel tempo.

 

Aspetti positivi dello smart working

Tuttavia è giusto anche valutare gli aspetti positivi e non solamente quelli negativi dello smart working: per esempio non affrontare il traffico, mettere la sveglia più tardi o rimanere in un ambiente confortevole. Le stesse famiglie hanno avuto la possibilità di stare più tempo insieme grazie al lavoro agile.

Ma pensiamo a cosa potrebbe succedere se il lavoro fosse completamente strutturato da casa! Le persone si alienerebbero dal sociale e le relazioni con i colleghi sarebbero più rare. Forse una via di mezzo sarebbe la scelta migliore, permetterebbe al lavoratore di organizzarsi meglio con i tempi e con i compiti da fare durante la settimana.

 

Quindi, risulta importante organizzare il lavoro da casa in maniera tale da cercare di mantenere una postura corretta, anche per evitare fastidi e dolori alla schiena ed evitare conseguenze dannose. Il corpo è fragile e dobbiamo preservarlo da tutte quelle le forze esterne, fisiche ed emotive che ledono l’equilibrio e quindi il nostro benessere.

 

Per concludere, oggi lo smart working ci fa riflettere su quello che potrà essere il lavoro del futuro, bisogna quindi comprendere e diffondere ai nostri pazienti i migliori consigli per svolgerlo nel modo più corretto, al fine di prevenire qualsiasi tipo di dolore e fastidi futuri.

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FISIOTERAPIA E TERAPIA MANUALE

La terapia manuale 

La fisioterapia prevede due differenti trattamenti: manuale o strumentale.

La terapia manuale è una tecnica utilizzata da un professionista specializzato e non da chiunque. Spesso  il termine “terapia manuale” viene  utilizzato impropriamente. Oggi la fisioterapia mondiale ha connotato bene questa definizione all’interno delle specializzazioni, creando una nuova figura nel campo della riabilitazione. Esiste un’organizzazione internazionale che definisce delle linee guida chiare e precise, con lo scopo di aiutare il paziente a risolvere dei problemi che fino ad oggi sono stati curati con macchinari o farmaci, senza capirne veramente la causa.

La fisioterapia, come tutta la medicina, ha il dovere di migliorarsi continuamente, aggiornarsi e mettere in discussione quello che prima era assoluto, permettendo al professionista di avere molti più strumenti e ampliando il proprio ventaglio di scelte terapeutiche.

Il terapista manuale

L’IFOMT (international federation of orthopaedic manipulative physical therapists) è l’organizzazione che regola e chiarisce quali siano i compiti che devono svolgere le università per accreditare il titolo di terapista manuale OMT. Quindi la terapia manuale è svolta da una professionista che, oltre ad un percorso universitario ha svolto un master e ottenuto l’abilitazione di “terapista manuale”.
I terapisti manuali sono stati istruiti a valutare il paziente in maniera globale, quindi mirare alla comprensione degli aspetti bio-psico-sociali della persona.

Valutazione del paziente

Per il terapista manuale, il quadro clinico del paziente prende in considerazione sentimenti e passioni che possono influenzare lo stato di salute. Dunque, usa una metodologia capace di riconoscere e raccogliere dati clinici  attraverso un ragionamento rigoroso e basato sulle evidenze scientifiche. L’ obiettivo è raggiungere soluzioni terapeutiche di alto livello e una maggior appropriatezza clinica. 

 

Tecniche manuali

In seguito alla raccolta dei dati clinici ottenuti, il terapista può elaborare delle ipotesi, attuando una serie di strategie di intervento che applichino quelle che sono le “tecniche manuali”: MASSOTERAPIA, LINFODRENAGGIO ESTETICO, GINNASTICA POSTURALE MEZIERES, GINNASTICA POSTURALE SOUCHARD, KINESIO, TAPING, PILATES, YOGA, LINFODRENAGGIO TERAPEUTICO, BENDAGGIO FUNZIONALE, CHINESITERAPIA, REIKI, PREPARAZIONE ATLETICA. Attraverso delle mobilizzazioni, delle manipolazioni o anche attraverso l’esercizio fisico specifico, il terpista manuale gestisce il problema che affligge la persona.

Nella complessità della medicina e del corpo umano, la figura del terapista manuale è in grado di sviluppare un processo decisionale, in seguito ad un’attenta valutazione personale che altre figure non attuano.

La terapia manuale ha il compito di acquisire una visione professionale del problema e soprattutto univoca. Il terapista manuale ha delle linee guida molto serie, che devono portare a valutare in maniera responsabile il paziente e il problema che lo affligge. Deve ricercare e trovare un metodo che lo possa aiutare a lungo termine, nella maniera più naturale possibile . Ha l’obiettivo di risolvere il problema e non solamente di ridurre il sintomo.

Se la medicina avesse come obiettivo l’ascolto e la comprensione di quali siano i veri bisogni dei pazienti, sarebbe più semplice trovare la cura ed aiutare le persone nel loro insieme.

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I BENEFICI DEL PILATES

Il pilates è sicuramente benefico per le persone sedentarie e per diverse patologie. E’ una disciplina che si prende cura di tutto il corpo, è un allenamento adatto a qualsiasi tipo di persona anche per chi soffre di artrosi. Per godere di tali benefici è necessario che le lezioni di pilates, matwork o con reformer, siano svolte con costanza.

 

 

I benefici del pilates

Seguire costantemente le lezioni di pilates, organizzate da professionisti competenti, porterà ad ottimi benefici perché:

  • RINFORZA e DEFINISCE la MUSCOLATURA in particolare quella del core
  • MIGLIORA la tua POSTURA contrastando il mal di schiena
  • AUMENTA la FORZA
  • Migliora il CONTROLLO e la COORDINAZIONE  del movimento
  • MIGLIORA la FLESSIBILITÀ E MOBILITÀ della colonna

 

Nessuna controindicazione

ll pilates non ha controindicazioni per alcuna patologia e in particolare modo è un ottimo alleato per tutte le patologie a carico della colonna come lombalgia, protrusioni ed ernie discali. Per queste patologie è fondamentale il rinforzo della muscolatura del core (addominali, obliqui e lombari), dei paravertebrali e dei glutei. Nella disciplina del pilates, sono proprio alla base il rinforzo di questi muscoli che contribuiscono ad alleviare dolori alla schiena.

 

I risultati 

Ogni lezione di Pilates aiuterà a :

– TONIFICARE  LA MUSCOLATURA PROFONDA cioè muscoli della schiena e addominali profondi ( retto e trasverso dell’ addome) che sono responsabili di una corretta postura
– RINFORZARE  LA MUSCOLATURA SUPERFICIALE DI ADDOME       GAMBE E GLUTEI e BRACCIA
– RINFOIRZARE, quindi, il BUSTINO NATURALE che protegge la tua zona lombare
– ALLINEARE LA COLONNA VERTEBRALE lavorando in allungamento assiale
– ALLUNGARE LA MUSCOLATURA POSTERIORE che eviterà schiacciamenti ai dischi intervertebrali.

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DRENAGGIO LINFATICO MANUALE

Massaggio drenante

Il massaggio drenante linfatico è una tecnica utilizzata in campo medico che permette di lavorare direttamente sul sistema linfatico attraverso l’applicazione delle tecniche manuali del terapista. Il sistema linfatico è stato scoperto e studiato tardi in anatomia, e quindi anche il suo trattamento. Le più note scuole di linfodrenaggio sono la scuola Leduc e il metodo Vodder. Entrambe si basano su princìpi simili, ma differiscono per il numero delle manovre e i protocolli di esecuzione. Il metodo Vodder resta comunque il più praticato e studiato in ambito medico-scientifico, compreso quello reumatologico. Consiste in massaggi eseguiti in genere su collo, nuca, ventre e torace.

È importante fare una piccola introduzione sul sistema linfatico per capire come il trattamento manuale possa agire sulle strutture interessate. Tutti gli organi e i tessuti del corpo sono forniti di vasi linfatici, tranne la cornea, l’epidermide, le ossa e gli alveoli polmonari.

Sistema vascolare linfatico

Il sistema vascolare linfatico è composto da:

  • APPARATO CIRCOLATORIO LINFATICO: capillari, vasi linfatici, dotti
  • LINFONODI
  • ORGANI LINFOIDI: timo, milza, malt (mucosa-associated lymphoid tissue), all’interno dei quali scorre la LINFA che nasce nel tessuto interstiziale delle cellule.

Nonostante la circolazione venosa sia lenta e abbia una portata minore rispetto a quella arteriosa, la circolazione linfatica risulta essere ancora più lenta. La rete venosa ha una sua funzione di serbatoio e in questo spazio i prodotti del catabolismo sono ripresi dalla circolazione linfatica, infatti gli scambi ematotissutali avvengono nel compartimento capillare-interstiziale, permessi dal considerevole rallentamento della circolazione che lo caratterizza.

L’interstizio, costituito da fibre di collagene, elastina e fibre reticolate, costituisce lo spazio attraverso cui avvengono gli scambi di molecole tra i tessuti per il fenomeno della diffusione . Questo scambio avviene grazie al fenomeno del drenaggio linfatico fisiologico e quindi della matrice extracellulare. Quando c’è un evento di congestionamento si può depositare l’edema. A differenza del sistema capillare, pressochè impermeabile, i vasi prelinfatici permettono il passaggio di sostanze più grandi, quali proteine, cataboliti tissutali, virus e batteri. Nell’interstizio infatti il 90% delle sostanze è riassorbito dal sistema capillare ematico, invece il 10% dal sistema linfatico. Entrando nelle vie linfatiche questo liquido prende il nome di linfa.

La linfa

La linfa è composta da acqua, proteine, lipidi, cellule e sostanze esogene. Ha la funzione di nutrire le cellule, di garantire la risposta immunitaria e di trasportare batteri e macrofagi ai linfonodi. Dopo aver attraversato il dotto toracico (linfonodi) la linfa torna nel sangue depurata andando a formare il plasma.

Ci sono vari meccanismi di trasporto della linfa, intrinseci (contrazioni spontanee dei linfagioni e del sistema simpatico) o estrinseche come l’attività della pompa muscolare o articolare. Quando questa capacità di trasporto viene a mancare o quando le proteine ristagnano troppo a lungo nell’interstizio, il tessuto connettivo si modifica; si forma una stasi e un ristagno dei liquidi, impedendo alle proteine di passare generando l’edema.

 

IL SITEMA VASCOLARE LINFATICO ASSICURA LA FUNZIONE DI TRASPORTO DELLE PROTEINE INTERSTIZIALI E DI CONSEGUENZA GARANTISCE LA FUNZIONE DI DIFESA IMMUNITARIA DELL’ORGANISMO.

Il sistema linfatico è innervato dal sistema autonomo che ne controlla la capacità di adattamento alle variazioni interne e esterne. È quindi strettamente legato alle emozioni!!!!!

Il massaggio linfatico

Il massaggio linfatico essendo un trattamento rilassante libera le endorfine nel corpo, rilasciando un senso di benessere generale. Il drenaggio linfatico manuale è una tecnica manuale, mediante la quale si utilizzano manovre superficiali, ritmiche e in sequenza prossimo-distale. Il massaggio drenante agisce sulla matrice interstiziale dei tessuti, sui vasi linfatici e sui linfonodi e favorisce la penetrazione nei vasi linfatici delle macromolecole ristagnanti nell’interstizio. Ha un’azione di spremitura delicata delle stazioni linfonodali.

 

Il DLM ha  EFFETTO ANTIEDEMIGENO E RIGENERANTE sui tessuti specialmente in caso di cicatrici. È riconosciuto inoltre un effetto analgesico poiché agisce sui MECCANOCETTORI. Lo stimolo meccano-pressorio inibisce gli input nocicettivi causati dai nocicettori locali e attraverso il lavaggio dell’interstizio e il conseguente allontanamento di sostanze nocive (chinine) riduce l’effetto doloroso.

 

Il DLM ha anche un effetto sul tono muscolare, riducendo il tono e migliorando il trofismo tissutale, oltre ad agire SUL SITEMA IMMUNITARIO.

Una seduta dura dai 20 ai 60 minuti, vengono utilizzate manovre lente e delicate che rispettano il ritmo fisiologico, svuotando le stazioni linfonodali e senza provocare dolore.

Il DLM deve essere gradevole, infatti spesso il paziente si rilassa, agisce sul sistema simpatico e parasimpatico. La pressione delle mani va considerata come “spremitura” in stretching della cute sui piani sottostanti. Tra cute e sotto cute c’è lo spazio dove ristagna linfa.

Il massaggio drenante oltre ad agire come analgesico, lavora sia sulla muscolatura scheletrica, riducendo le contratture e rimuovendo le tossine nei tessuti, sia sulla muscolatura liscia quindi sui vasi linfatici, infatti contribuisce a mantenere sano e pulito il nostro tessuto connettivo, in particolare la matrice interstiziale. Grazie a questa tecnica drenante, i prodotti del catabolismo raggiungono più velocemente le strutture linfatiche deputate al loro riassorbimento. In seguito al trattamento, c’è un aumento della diuresi, una sensazione di leggerezza generale, e gli arti appaiono più magri creando una sensazione di benessere generale.

Indicazioni

  • Linfedemi primari e secondari
  • Flebolinfedemi
  • Lipedemi
  • Cicatrici
  • Infiammazione SENZA infezione
  • Sindrome algodistrofica
  • Sindrome del tunnel carpale
  • Periartrite scapolo-omerale con borsite
  • Coxartrosi pre- e post- intervento
  • Pre- e post- intervento chirurgico estetico
  • Pre-post partum

Controindicazioni

ASSOLUTE

  • Infezioni (loinfangiti)
  • TBC
  • Noeplasie in fase M
  • Interventi chirurgici
  • Gravidanza in determinate condizioni (DLM addome)
  • Cisti ovariche (DLM addome)

RELATIVE

  • Insufficienza cardiaca
  • Insufficienza renale asma
  • Vagotonia (DLM collo)
  • Ipertiroidismo (DLM collo)

Una delle condizioni in cui si prescrive il massaggio drenante è per la patologia del linfedema ossia l’incapacità di trasporto della linfa, determinata da un deficit funzionale dei vasi linfatici o da una malformazione organica. Altre patologie comuni sono le flebolinfedemi derivante da un accumulo di sangue e linfa, quindi da un’insufficienza venosa cronica, il lipedema ossia proliferazione con degenerazione progressiva del tessuto adiposo localizzato, principalmente a livello delle articolazioni coxofemorali e sindrome algodistrofica, che si presenta con un’edema sottocutaneo più frequentemente nelle mani e nei piedi.

Insomma il linfodrenaggio è una terapia che viene prescritta a cicli di almeno 5-10 sedute per ridurre i liquidi in eccesso che il nostro corpo non è in grado di debellare. L’utilizzo delle mani e della fisioterapia è essenziale per aiutare i pazienti con problemi di ristagno a livello degli arti inferiori, come piedi o caviglie, oppure in seguito a quelle patologie sistemiche che coinvolgono il nostro organismo.

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TRATTAMENTI BENESSERE

I trattamenti benessere aiutano a rilassare mente o corpo e sono un’ ottima cura per il benessere psico-fisico. Il benessere, secondo l’ OMS (Organizzazione mondiale della sanità) è «uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non semplice assenza di malattia». E’ utile prendersi cura di se attraverso trattamenti benessere specifici che tengo conto delle esigenze individuali.

Il massaggio olistico

Il massaggio olistico ha come finalità il raggiungimento di un piacevole stato psicofisico, attraverso l’esecuzione di varie tecniche si possono apportare numerosi benefici.
Un massaggio fatto con amore viene percepito come tale, oltre ad alleggerire la giornata, infonde una maggiore consapevolezza del proprio stato di benessere.
Ogni trattamento da me eseguito viene di volta in volta personalizzato. Farvi stare bene è il mio obiettivo primario.

 

Il metodo Renata França

  Il metodo Renata França è un trattamento total body che prende il nome dalla massaggiatrice brasiliana Renata França che ha messo a punto e inventato questo metodo.
Nelle diverse aree del mondo, sono stati formati insegnanti di riferimento preposti alla diffusione di questa tecnica, gli unici che possono quindi certificare i vari operatori.
Il metodo combina una pressione decisa ad un ritmo costante. Con pompaggi esclusivi e varie manovre, viene drenato il sistema linfatico ed aumentata la circolazione sanguigna.
Tutto ciò per un corpo più sano.

Il trattamento apporta numerosi benefici tra cui:
Sensazione di leggerezza stimolando la circolazione linfatica e sanguigna
•Azione tonica aiutando a combattere le adiposità localizzate e definendo la siluette
•Azione disintossicante eliminando le tossine in modo efficace migliorando il transito intestinale.

Può essere effettuata anche durante la gravidanza e, in questo caso offre numerosi benefici per la salute delle future mamme, attiva la circolazione sanguigna, riduce la ritenzione dei liquidi, produce rilassamento e dona una sensazione di leggerezza.
Può essere effettuato dopo il terzo mese con il consenso del medico.
Esiste anche la versione viso Miracle Face che distende e tonifica la pelle per un naturale effetto rivitalizzante.

 

La Maderoterapia®️

Il metodo Manuel Casado è una tecnica di massaggio particolarmente idonea a trattare diverse zone del corpo stimolando il sistema nervoso, senza intaccare i tessuti.
I benefici sono di carattere psicofisico.
In Italia è brevettata dal 2014 ed è marchio registrato di proprietà di Manuel Casado.
Il lavoro sulle mani dell’operatore che pratica il trattamento viene massimizzato da strumenti di legno che consentono di esercitare pressioni che con la sola manualità non sarebbero possibili, aumentando i benefici e i risultati sul ricevente. Prima del massaggio maderoterapico il corpo viene preparati con un massaggio linfodrenante eseguito manualmente.

I benefici di questa specifica tecnica di massaggio sono diversi, e includono, ad esempio:

  • Miglioramento della circolazione sanguigna,
  • Miglioramento della circolazione linfatica,
  • Tonifica la pelle
  • Effetto rassodante
  • Riduzione del gonfiore alle gambe
  • Migliora la produzione di elastina e collagene
  • Stimola e riattiva il sistema nervoso
  • Effetto rimodellante del corpo
  • Trattamento delle tensioni muscolari
  • Favorisce il rilassamento psicofisico
  • Rafforza il sistema immunologico,
  • Ossigena i tessuti

Il metodo Luisa Gallo

Il metodo Luisa Gallo attraverso manovre specifiche lavora in connessione tra manualità e respirazione, aiuta a superare il malessere interiore andando ad agire attivamente con l’unico intento di riequilibrare corpo e mente.
Fonde tecniche orientali e occidentali e regala benessere, con un effetto drenante e modellante sorprendenti.

                                                                                                                                                                                                   

 

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PILATES E AFFATICAMENTO MUSCOLARE

Negli ultimi anni , via via crescendo, ci troviamo spesso davanti a un fenomeno sempre più diffuso:
L’ inattività fisica e la sedentarietà.
Persone poco avvezze all’attività motoria , che si muovono troppo poco , portandosi così dietro una serie di conseguenze che rendono terreno fertile a condizioni come diabete , malattie cardiovascolari, mal di schiena , affaticamento muscolare e tanto altro.
Proprio a quest’ultimo oggi presteremo più attenzione.

Sedentarietà

Quante volte, dopo un periodo di inattività , capita di compiere anche i più semplici gesti quotidiani e sentirsi affaticati, limitati nel movimento, addirittura impossibilitati a svolgere o portare a termine una determinata attività?
Spesso fare una semplice passeggiata, salire due rampe di scale, portare delle buste della spesa, alzarsi dalla poltrona possono risultare dei gesti molto faticosi. Beh, per combattere tutto questo non serve necessariamente essere un atleta agonista ma serve , piuttosto, ridare il giusto rinforzo muscolare al nostro corpo.

Il pilates

Il pilates è sicuramente una disciplina molto efficace per la ripresa del tono muscolare. Con questo tipo di allenamento si potrà lavorare a corpo libero, o con un macchinario chiamato reformer, sul rinforzo dei muscoli della schiena, addominali e degli arti superiori e inferiori .Con esercizi mirati e codificati si potrà ridare tono e forza a tutti i nostri distretti muscolari, compresa la muscolatura profonda necessaria per la nostra postura. Potrai ridare quindi forma al tuo corpo a partire dal sostegno dell’addome, fondamentale per eseguire le posizioni al meglio. Ottimo alleato quindi contro l’ affaticamento muscolare! 

In 10 lezioni sentirai la differenza,
in 20 lezioni vedrai la differenza,
In 30 lezioni avrai un corpo completamente nuovo
J. H. Pilates

Giulia De Pilla

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L’IMPORTANZA DELL’ACQUA

L’importanza dell’acqua nel corpo umano

L’importanza dell’acqua: il nostro corpo è composto per grandissima parte d’acqua. L’introduzione dell’acqua nel nostro organismo è indispensabile per la vita, infatti il digiuno idrico non può essere protratto per oltre tre giorni. L’acqua, come le vitamine e i minerali, è considerata un costituente non energetico dell’alimentazione, in quanto non apporta calorie.

L’acqua presente nell’essere umano mostra differenze notevoli secondo l’età, la costituzione, il tipo di alimentazione. Inoltre gli organi e i tessuti sono idratati in modo diverso uno dall’altro. Da giovani siamo decisamente più ricchi d’acqua, soprattutto nei tessuti molli, nella pelle e nei tessuti connettivi e sottocutanei. Crescendo il tenore d’acqua si riduce progressivamente da una media del 75% del bambino piccolo a circa il 50% nella terza età.

 

 

 

L’importanza dell’acqua nel nostro organismo

L’acqua riveste un ruolo di straordinaria importanza nell’organismo umano in quanto elemento necessario al corretto mantenimento delle funzioni vitali (digestione, escrezione, trasporto sostanze nutritive, respirazione, termoregolazione).

Di fatto, la vita è subordinata all’accessibilità all’acqua, il cui apporto deve essere garantito in modo continuo affinché possano aver luogo queste funzioni vitali. Quantitativamente l’acqua è il costituente principale dell’organismo: in un uomo adulto di taglia media (70 Kg) rappresenta approssimativamente il 60% del peso corporeo; le donne, rispetto all’uomo, hanno un contenuto minore di acqua, pari a circa il 50% del peso corporeo; nei neonati tale percentuale arriva al 75% del peso corporeo.  Il bisogno di bere acqua per l’uomo (circa 2-2,5 litri al giorno) può variare a seconda delle condizioni fisiopatologiche della persona.

In particolare, l’acqua all’interno dell’organismo svolge le seguenti funzioni:

 

    • regola il volume cellulare e la temperatura corporea
    • consente al corpo di assorbire e assimilare minerali, vitamine, aminoacidi e altre sostanze
    • favorisce i processi digestivi
    • consente il trasporto dei nutrienti alle cellule e l’ossigeno al cervello
    • favorisce la rimozione di tossine e scorie metaboliche
    • agisce come lubrificante per articolazioni e muscoli

 

 

 

 

Quant’acqua si dovrebbe bere?

 

Se vogliamo sapere esattamente quanta acqua è necessaria al nostro organismo, basta fare una semplice operazione: moltiplicare i kg del nostro peso per 14,2 e poi dividere per 113. La risposta è il numero di bicchieri indispensabili al nostro corpo.

 

 

 

 

Come scegliere l’acqua da bere

I valori e le informazioni che dobbiamo imparare a leggere sulle etichette di acqua sono:

 

 

    • Il residuo fisso: il residuo fisso misurato in mg/l è la quantità di minerali inorganici contenuta in un litro d’acqua, cioè il residuo secco che rimane dopo l’evaporazione di un litro d’acqua a 180°C. È consigliato avere a disposizione un’acqua con un residuo fisso minore di 30 mg/l.
    • Il valore pH: il pH è un valore magnetico e misura il grado di acidità/basicità. La determinazione del pH al fine di raggiungere o mantenere un ottimo stato di salute è estremamente importante perché l’organismo umano con l’invecchiamento tende a ossidarsi, cioè ad alcalinizzarsi. Si consiglia di introdurre ogni giorno una quantità di acqua pura compresa fra 1,5 e 2 litri e con un valore pH compreso tra 6,4 e 6,8.
    • L’ossigeno: anche attraverso l’acqua ingeriamo ossigeno utile perché, passando tra le pareti dello stomaco, arricchisce il sangue venoso che giunge al fegato. Un alto contenuto di ossigeno (idealmente almeno 7 mg/l) nell’acqua può contribuire quindi al buon funzionamento di quest’organo.
    • I nitrati: é importante che il contenuto di nitrati sia basso perché sussiste il rischio nell’organismo umano di formazione di nitrosamine in vivo dopo l’ingestione di nitrati o di alimenti che contengono amine. È consigliato scegliere un’acqua con un valore massimo di 5,0 mg per litro di nitrati.

 

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