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Muscoli

RECUPERO DOPO L’ ATTIVITA’ FISICA

Attività muscolare

L’attività fisica è importante, ma altrettanto lo è il recupero e il modo in cui riposiamo. Ci sono tante forme di riposo e molteplici considerazioni che dobbiamo fare.

Innanzitutto stiamo parlando del riposo di fine allenamento o quello successivo ad una competizione sportiva. Che sia un allenamento intenso o meno, il tessuto muscolare è sempre coinvolto, quindi necessita di una determinata pausa che gli permetta di rigenerarsi. Dopo l’attività, il muscolo subisce delle vere e proprie lesioni sul tessuto, questo spiega anche i dolori post esercizi. Il muscolo subisce anche degli stress metabolici e un intervallo consente la formazione di nuove cellule e quindi la crescita muscolare, un vero e proprio aumento dei sarcomeri sulla fascia.

Ricordiamoci sempre che più il nostro corpo riceve uno stimolo bilanciato, meglio risponderà alla fase di adattamento. Se lo stimolo sarà eccessivo o superiore alla soglia di sopportazione, potrà incorrere ad un alto rischio di infortunio.

 

Recupero post attività fisica

Il recupero  personalizzato e bilanciato, sulla base di alcune caratteristiche importanti quali la nostra condizione di allenamento, la nostra età, le nostre condizioni generali, permette di evitare ulteriori infortuni o danni funzionali, derivanti da un sovraccarico della struttura.

Un giusto recupero ci permette di ristabilire anche l’equilibrio ormonale e quindi delle riserve energetiche necessarie per mantenere il buono stato di salute. Tuttavia ci sono vari recuperi che possiamo fare e che il corpo recepisce in maniera diversa, anche sulla base della condizione di partenza.

Il recupero veloce avviene subito dopo l’allenamento con il fine di ripristinare la condizione metabolica del corpo.

Il recupero a breve termine si verifica nelle ore successive all’attività. Il corpo cerca di riparare il tessuto muscolare danneggiato, fino a 48 ore dopo.

Il recupero a medio termine è la condizione dove il fisico si adatta e trova una soglia di preparazione determinata dall’esercizio eseguito, avviene la rigenerazione e quindi migliora le prestazioni. Si svolge anche nelle settimane successive.

Il recupero passivo dovrebbe avvenire principalmente nelle ore notturne. Il corpo e la mente riposano completamente. Il cervello è fonte essenziale di controllo di qualsiasi reazione all’interno del nostro organismo e ha bisogno di un tempo specifico per ripristinare le sue funzioni basilari affinché possa lavorare più efficientemente possibile. Sono necessarie almeno 7-8 ore continue e forse è il recupero più importante in assoluto. Se dormiamo bene, tutto il nostro corpo e la nostra mente ne beneficiano.

 

Il recupero attivo (qua apriamo un capitolo molto importante e dibattuto) rientra nei concetti riabilitativi e di ritorno all’attività fisica. Se pensiamo ad un muscolo che è stato allenato, quindi parzialmente lesionato, il recupero attivo è necessario per favorire la memoria funzionale di un determinato tessuto. Dunque un esercizio a bassa intensità aumenta la vascolarizzazione e di conseguenza la rigenerazione tessutale. E’ importante stimolare il tessuto, per esempio con esercizi propedeutici per la specifica attività.

 

Il massaggio è un altro tipo di recupero molto buono, è indicato per eliminare tutti i cataboliti e favorire i metaboliti. E’ utile per un rilassamento della fascia muscolare in tensione e favorisce un continuo sviluppo di endorfine, sane per il nostro corpo.

 

 

Capacità di riposo

Ci sono degli elementi che possono influenzare la nostra capacità di riposo.

  • L’ alimentazione, ovvero un adeguato apporto di macronutrienti come carboidrati, vitamine, grassi sani e proteine, sono essenziali per un recupero muscolare ottimale. Le proteine favoriscono la sintesi proteica muscolare e la riparazione dei tessuti degenerati. I carboidrati alimentano il corpo e forniscono energia necessaria per lo svolgimento di qualsiasi attività, è la nostra “benzina”. Un equilibrio di questi nutrienti, non dimenticando grassi sani e vitamine, ci permette di avere uno stato di salute generale buono e quindi la possibilità di avere una vita più sana.
  • L’idratazione è una parte fondamentale della nostra nutrizione. Essendo costituiti principalmente d’acqua, i nostri tessuti richiedono costantemente idratazione.
  • Lo stress è un elemento che coinvolge tutti. Un elevato stress fisico e mentale può influire negativamente su qualsiasi tipo di recupero, anche su quello muscolare. Lo stress cronico aumenta i livelli di cortisolo, un ormone che può ostacolare la sintesi proteica muscolare, quindi gestire lo stress diventa fondamentale anche per favorire il recupero dall’attività fisica.
  • Management del carico e dei tempi di recupero: un carico esagerato può portare ad un alto rischio di infortunio. E’ basilare un programma di allenamento bilanciato, adatto alla persona e al tipo di attività fisica. I tempi di recupero e i carichi dovranno essere condotti con più gradualità possibile.

 

Concludendo: è impossibile controllare tutto, gestire tutte le possibili variabili, ma oggi abbiamo degli strumenti adatti per eseguire un riposo adeguato. E’ necessario riposarsi nella fase post allenamento e ora sappiamo quali sono le variabili che possono influenzare la nostra condizione. Dobbiamo sempre considerare la nostra situazione di partenza che sarà diversa da tutte le altre. Queste linee guida sicuramente saranno utili per avere uno stile di vita corretto e per allenarsi al meglio delle nostre possibilità riducendo fortemente il rischio di infortunio.

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I BENEFICI DEL PILATES

Il pilates è sicuramente benefico per le persone sedentarie e per diverse patologie. E’ una disciplina che si prende cura di tutto il corpo, è un allenamento adatto a qualsiasi tipo di persona anche per chi soffre di artrosi. Per godere di tali benefici è necessario che le lezioni di pilates, matwork o con reformer, siano svolte con costanza.

 

 

I benefici del pilates

Seguire costantemente le lezioni di pilates, organizzate da professionisti competenti, porterà ad ottimi benefici perché:

  • RINFORZA e DEFINISCE la MUSCOLATURA in particolare quella del core
  • MIGLIORA la tua POSTURA contrastando il mal di schiena
  • AUMENTA la FORZA
  • Migliora il CONTROLLO e la COORDINAZIONE  del movimento
  • MIGLIORA la FLESSIBILITÀ E MOBILITÀ della colonna

 

Nessuna controindicazione

ll pilates non ha controindicazioni per alcuna patologia e in particolare modo è un ottimo alleato per tutte le patologie a carico della colonna come lombalgia, protrusioni ed ernie discali. Per queste patologie è fondamentale il rinforzo della muscolatura del core (addominali, obliqui e lombari), dei paravertebrali e dei glutei. Nella disciplina del pilates, sono proprio alla base il rinforzo di questi muscoli che contribuiscono ad alleviare dolori alla schiena.

 

I risultati 

Ogni lezione di Pilates aiuterà a :

– TONIFICARE  LA MUSCOLATURA PROFONDA cioè muscoli della schiena e addominali profondi ( retto e trasverso dell’ addome) che sono responsabili di una corretta postura
– RINFORZARE  LA MUSCOLATURA SUPERFICIALE DI ADDOME       GAMBE E GLUTEI e BRACCIA
– RINFOIRZARE, quindi, il BUSTINO NATURALE che protegge la tua zona lombare
– ALLINEARE LA COLONNA VERTEBRALE lavorando in allungamento assiale
– ALLUNGARE LA MUSCOLATURA POSTERIORE che eviterà schiacciamenti ai dischi intervertebrali.

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PILATES E AFFATICAMENTO MUSCOLARE

Negli ultimi anni , via via crescendo, ci troviamo spesso davanti a un fenomeno sempre più diffuso:
L’ inattività fisica e la sedentarietà.
Persone poco avvezze all’attività motoria , che si muovono troppo poco , portandosi così dietro una serie di conseguenze che rendono terreno fertile a condizioni come diabete , malattie cardiovascolari, mal di schiena , affaticamento muscolare e tanto altro.
Proprio a quest’ultimo oggi presteremo più attenzione.

Sedentarietà

Quante volte, dopo un periodo di inattività , capita di compiere anche i più semplici gesti quotidiani e sentirsi affaticati, limitati nel movimento, addirittura impossibilitati a svolgere o portare a termine una determinata attività?
Spesso fare una semplice passeggiata, salire due rampe di scale, portare delle buste della spesa, alzarsi dalla poltrona possono risultare dei gesti molto faticosi. Beh, per combattere tutto questo non serve necessariamente essere un atleta agonista ma serve , piuttosto, ridare il giusto rinforzo muscolare al nostro corpo.

Il pilates

Il pilates è sicuramente una disciplina molto efficace per la ripresa del tono muscolare. Con questo tipo di allenamento si potrà lavorare a corpo libero, o con un macchinario chiamato reformer, sul rinforzo dei muscoli della schiena, addominali e degli arti superiori e inferiori .Con esercizi mirati e codificati si potrà ridare tono e forza a tutti i nostri distretti muscolari, compresa la muscolatura profonda necessaria per la nostra postura. Potrai ridare quindi forma al tuo corpo a partire dal sostegno dell’addome, fondamentale per eseguire le posizioni al meglio. Ottimo alleato quindi contro l’ affaticamento muscolare! 

In 10 lezioni sentirai la differenza,
in 20 lezioni vedrai la differenza,
In 30 lezioni avrai un corpo completamente nuovo
J. H. Pilates

Giulia De Pilla

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IL DOLORE

Il dolore

Il dolore è un meccanismo del corpo umano ancora molto studiato e non completamente compreso, per questo merita la nostra attenzione.  Il dolore non è un sintomo, ma un’esperienza spiacevole del nostro corpo.

Nel 2020, la IASP “international association for the study of pain” ha definito il dolore “un’esperienza sensoriale ed emotiva spiacevole associata o che sembri associata ad un danno tissutale, reale o potenziale”.

Quindi il dolore non è solo un’ esperienza spiacevole, ma comprende anche altri elementi come le sensazioni e le emozioni. Questo fa intendere che è possibile sentire dolore pur non avendo un danno reale.

L’ individualità del dolore

Il dolore è un’elaborazione del nostro cervello, ci avvisa che all’interno del corpo c’è qualcosa che non va. Non per forza è associato ad un danno effettivo, quindi tutte le emozioni e le sensazioni che proviamo sono completamente soggettive e personali. È impossibile collegare gli stessi sintomi dolorosi per tutte le persone, ognuno di noi avrà una risposta diversa e individuale. Ma perché tutto questo?

Il dolore è un’esperienza con carattere edonico, sempre personale e assolutamente individuale. Due persone con lo stesso problema hanno situazioni dolorose diverse tra loro che vengono influenzate da fattori differenti. E’ un errore sottovalutare o sminuire la sensazione del paziente. La percezione del dolore è sempre reale, quindi bisogna prendere in considerazione tutti gli aspetti bio-psico-sociali del paziente.

Il dolore è un’esperienza che ha molte dimensioni, quella sensoriale ed emozionale, e non basta il sistema nocicettivo a spiegarla. Il dolore non è scritto nella conduzione dei nervi, né nel talamo, ma nell’individuo.

Il dolore non è soltanto qualcosa che percepiamo dal nostro corpo ma è qualcosa che viviamo nel profondo dell’anima.

Percezione del dolore

Voglio riportarvi qualche esempio tangibile di come si può comportare il dolore nelle persone.

Qualche anno fa un surfista australiano è stato attaccato da uno squalo, perdendo di netto una gamba. Il surfista ha riferito di non avere mai sentito dolore, né durante l’attacco dello squalo né successivamente in ospedale. Questo spiega come l’elaborazione dell’informazione dolorosa sia stata personale. Probabilmente perché sotto shock, la persona non si è concentrata sul dolore, ma su altre sensazioni a noi sconosciute. Parliamo sempre di eventi rari, ma reali. Un altro esempio più comune è la malattia dell’arto fantasma dove il paziente riferisce dolore in una zona del corpo non più presente, come per esempio nei veterani di guerra e nei bambini che hanno perso le gambe a causa delle mine antiuomo. Questi pazienti riferiscono un dolore preciso e tangibile, per esempio descrivendo dettagliatamente la sensazione sulle dita pur non avendo più la struttura anatomica che colleghi                                                                                       la sensazione dolorosa.

Dolori Muscolari

Tutto questo ci porta a riflettere che in molti pazienti, per esempio con dolori muscolari, non sempre il dolore proviene da quelle strutture facilmente riconoscibili, spesso deriva da fattori più complessi, non riconducibili solamente ad una struttura.

Anche negli sportivi, si associa il dolore ad un danno tissutale, come se fosse un’equazione semplice e precisa. Tuttavia spesso abbiamo pazienti che lamentano dei dolori muscolari, che a livello diagnostico dimostrano di essere sani “come un pesce”. Il paziente si aspetta da noi una spiegazione certa e chiara sul problema, quando effettivamente possiamo semplicemente stilare una serie di ipotesi.

Questo capitolo sul dolore non deve confondere o creare dubbi al lettore, bensì ha lo scopo di far comprendere quanto siano complessi alcuni meccanismi del corpo umano e solamente un atteggiamento multifattoriale potrà aiutare il paziente, soprattutto nel lungo termine.

Quali terapie utilizzare per alleviare i dolori muscolari?

La fisioterapia insieme alla terapia manuale, devono indagare su quali siano i meccanismi che coinvolgono il paziente valutando con attenzione se il problema associato abbia un’origine precisa o indefinita. I dolori muscolari coinvolgono una grandissima fetta della popolazione e la sensazione comune è quella di voler essere trattati per eliminare il sintomo.

Sono tantissimi gli strumenti che i terapisti possono utilizzare, ricordiamoci sempre di valutare bene le necessità del paziente e l’origine del problema. Semplicemente avere contatto con il dolore e con il sintomo doloroso è una prima forma di attenzione che sicuramente il paziente percepirà come piacevole. Quindi non bisogna mai sottovalutare le terapie semplici che hanno lo scopo di eliminare, alla fonte, la percezione del dolore.

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MASSOTERAPIA

Che cosa è la massoterapia

La massoterapia è una tecnica manuale di base utilizzata da un fisioterapista, per alleviare o ridurre la sintomatologia di alcune patologie del sistema muscolo-scheletrico.

 

Quando è utilizzata

La massoterapia viene applicata ai pazienti che hanno contratture muscolari, lesioni muscolari, tensioni sulla fascia e dolori mio-fasciali. Il massaggio viene eseguito sulle strutture muscolari o tendinee ed è una delle tante terapie curative utilizzate in campo riabilitativo. Spesso si fa confusione associando il fisioterapista al massaggiatore, quando invece c’è una bella differenza. Il fisioterapista è un laureato in campo medico, specializzato nella riabilitazione, quindi la massoterapia è una delle prime tecniche che questo professionista deve conoscere.

 

Valutazione della patologia

La massoterapia eseguita con un certo criterio può lenire il dolore o ridurre le tensioni mio-fasciali, ma non può curare quelle patologie che hanno un’origine diversa da quella muscolare. Infatti per guarire le famose lombalgie, cervicalgie, tendiniti o infiammazioni, bisogna comprendere bene, attraverso una vera valutazione del paziente, se la massoterapia è la tecnica più indicata. Quindi per aiutare i nostri pazienti attraverso le tecniche del massaggio è fondamentale capire se il dolore è strettamente collegato ad un problema muscolare. Qualora la patologia o la disfunzione provenisse da qualsiasi altra struttura, il paziente probabilmente avrebbe bisogno di accompagnare il massaggio ad un’altra terapia. Infatti molteplici patologie hanno bisogno di un approccio multifattoriale, dove il paziente e il suo dolore devono essere al centro del nostro percorso riabilitativo.

 

Riduzione del dolore e dello stress con il massaggio

La massoterapia infatti gioca un ruolo fondamentale anche per quelle strutture che non sono in superficie e quindi in contatto con le mani del terapeuta, per esempio tutte quelle situazioni psico-somatiche che affliggono il paziente. Il dolore è un concetto che bisogna studiare con attenzione e la massoterapia può veramente essere efficace per molteplici ragioni. Il massaggio spesso è percepito dal paziente come piacevole, anche se “doloroso”, perché è visto come un momento di evasione, dove il paziente è al centro dell’attenzione.

Tante persone sentono il bisogno di ridurre lo stress e il massaggio ha lo scopo di promuovere la salute e il benessere del corpo, compreso il nostro benessere psico-fisico. Quindi uno degli effetti più interessanti è la stimolazione della secrezione delle endorfine, sostanze chimiche prodotte dal nostro cervello e dotate di una potente attività analgesica e mio-rilassante. Il segnale doloroso avvertito dal paziente viene modulato dalla stimolazione meccanica dei recettori del corpo, riducendo la sensazione dolorosa, la tensione o il fastidio.

 

Miglioramento della circolazione sanguigna

Non dimentichiamoci di tutte quelle altre funzioni che può avere la massoterapia e quali può comprendere. Per esempio il sistema linfatico è un apparato del corpo che beneficia di questo trattamento.

Attraverso il massaggio abbiamo un miglioramento della circolazione sanguigna, un aumento dell’apporto di ossigeno alle cellule e quindi dei nutrienti ai tessuti interessati. Il massaggio favorisce il drenaggio linfatico e l’eliminazione di tutti i cataboliti o sostanze di rifiuto.

La cellulite e la ritenzione idrica sono patologie che necessitano spesso di trattamenti di massoterapia, dove l’unica grande differenza è nella modalità di esecuzione. Ovvero ove ci sia un problema linfatico o di circolazione, la stimolazione deve essere molto più dolce e superficiale, rispetto ad un problema muscolare, come per esempio una contrattura, dove la stimolazione può avvenire anche più in profondità.

 

Per gli sportivi

Una delle variabili fondamentali è la velocità dell’applicazione. È un’equazione semplice: più la tecnica è veloce e più avremo una stimolazione attivante del sistema coinvolto, più è lenta minore sarà la nostra stimolazione. Infatti è fondamentale valutare il paziente prima di iniziare il trattamento e comprendere se ci sono delle controindicazioni importanti.

Gli sportivi per esempio hanno spesso bisogno di un ciclo di massoterapia, infatti in accordo con il terapista, si eseguono dei massaggi attivanti, quindi veloci, prima di una competizione oppure mio-rilassanti (lenti), in seguito alla gara o all’attività sportiva, per ridurre quelle che sono le tensioni o i fastidi muscolari.

 

Insomma alla base di tutto ci vuole un’ottima conoscenza della materia, quindi dell’anatomia, della fisiologia, della patofisiologia, l’esperienza empirica del professionista, l’empatia, la manualità e tutte quelle caratteristiche necessarie per aiutare al meglio il paziente. All’interno delle competenze del professionista la valutazione del paziente rimane essere la prima cosa da fare. Una buona valutazione è più importante di una tecnica eseguita bene, perché se il terapista comprende l’origine del problema, curare il paziente diventa più semplice.

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